Con Enter, “chiamata agli artisti in forma di festival” che dal 1° al 9 aprile si svolge nel Teatro Rasi e altri spazi della città di Ravenna, Ermanna Montanari dà il via a un nuovo progetto spettacolare che si muove intorno al concetto degli “imperdonabili”. Al centro ci sono “quelle figure che agli occhi dei contemporanei sappiano sopportare e guadagnare alla mente la bellezza e la perfezione in un’epoca di crocifissione della bellezza”. Ispirandosi a Cristina Campo, l’attrice del Teatro delle Albe guarda a quei percorsi che segnano passi senza ritorno nel teatro, nella danza, nella performance, nel cinema.
Sono nove giornate, nel corso delle quali artisti, filosofi, teologi, critici intrecceranno le proprie visioni presentando opere, esercitando il dialogo, conducendo laboratori, pubblicando segni, in un grande respiro dalla doppia tensione: da una parte uno scavo nello spazio interiore della ricerca poetica, dall’altra l’ascolto di un bisogno sempre più pulsante, quello della relazione diretta tra i mondi.
La drammaturga e regista Lucia Calamaro presenta al Teatro Rasi, il 1° aprile, La vita ferma, un ritratto grottesco, psichico sul rapporto con la memoria e la sua tragica inconsistenza (l’artista condurrà anche un seminario di drammaturgia che culminerà in una lettura pubblica di frammenti inediti in divenire il 2 aprile al Rasi). Mimmo Borrelli è attore e autore di Napucalisse, monologo-invettiva-preghiera che conduce col corpo e la parola nelle viscere di un’umanità dolente e arrabbiata, come quella partenopea, destinata a esplodere, al Rasi il 2 aprile. La giovane formazione Dewey Dell si cala nella vertigine del tempo per esplorare il mistero custodito nella grotta di Chauvet e dialogare, attraverso il linguaggio della danza, in Sleep Technique, con i segni che la abitano da trentaseimila anni, il 5 aprile al Rasi. Yuri Ancarani presenta alla CinemaCity, il 6 aprile, la sua ultima opera, premiata al Festival di Locarno, The Challenge, lungometraggio girato nel deserto arabo, dove la pratica della falconeria consuma un rito ancestrale e distorto, in una sorta di sfida al cielo (lo presenta, insieme all’autore, il critico e produttore cinematografico Marco Müller). E saranno Luigi De Angelis e Emanuele Wiltsch Barberio a inaugurare letteralmente col fuoco le giornate di Enter, con la loro performance [ante] Lumen, invito rituale alla festa che intreccia, di fronte a una soglia infuocata, materiali sonori divinatori, tra archivi lontani e presente, 1° aprile di fronte al Teatro Rasi.
Enter si compone inoltre dei Parlamenti di aprile, seminari al Rasi e non solo, con filosofi e teologi come Giuseppe Fornari, Giovanni Gardini e Gianni Vacchelli, Sulla bellezza, il 5 aprile, e con uno scrittore e tre autori di graphic novel come Andrea Bajani, Igort, Leila Marzocchi, Davide Reviati, Sul narrare, il 6 aprile.
Completa Enter una sezione dedicata alla festa di “doppiozero”, rivista culturale web diretta da Stefano Chiodi (critico e curatore d’arte e cultura visiva) e Marco Belpoliti (scrittore e critico letterario). Saranno ospiti la scrittrice Simona Vinci, la pittrice Margherita Manzelli, i videoartisti Yervant Gianikian & Angela Ricci Lucchi, il musicista e scrittore Giovanni Lindo Ferretti, lo scrittore Aldo Zargani, gli artisti visivi Luca Santiago Mora e Paolo Gioli, l’illustratrice Giovanna Durì e il musicista Umberto Fiori, in dialogo con i critici Pietro Barbetta, Anna Stefi, Annalisa Sacchi, Nicole Janigro, Luigi Grazioli, Elio Grazioli, Roberto Gilodi e lo stesso Belpoliti. Danilo Montanari Editore ospiterà poi, presso il suo studio, la mostra fotografica di Antonino Costa Scorciatoie, vernice alla presenza dell’autore il 2 aprile.
“Ora che posso guardare Enter nella sua forma scritta – dichiara Ermanna Montanari, posso confidare il groviglio che mi ha portato a decidere questo nome per il festival che deve ancora essere tutto vissuto: Enter è una richiesta di accesso a luoghi segreti, a un interiore che si avvicini per fragilità alle pareti dell’intestino, l’enteron greco, il dentro. Dentro cosa? Dentro le parti cave dove si annidano visioni imperdonabili. Ed è l’eco di questa parola scivolosa ad aver iniziato a tessere la chiamata agli artisti che con generosa adesione si sposteranno fin qui per manifestare, in un giorno solo, i loro lavori, nel dentro della chiesa di Santa Chiara che è il teatro in cui operiamo. Imperdonabili sono tutti gli artisti, coloro che si piegano al suono di una febbre che li avvampa facendone percepire la sottile bellezza; sono quegli artisti che hanno deciso, con faticosa gioiosità, di stare ai margini del sistema convenzionale della moda corrente. Gli artisti presenti in questa prima edizione di Enter propongono poetiche molto diverse tra loro, una speciosità propria di ognuno, come se non potessero avere seguito se non loro stessi nell’inconfondibile segno che sono. Confluiscono poi in Enter i Parlamenti di aprile, seminari che dal 2013 intrecciano il pellegrinaggio teatrale delle Albe con sentieri filosofici, teologici, critici e operativi marchiati dalla scena, dalla parola, dalla consistenza delle nuvole. E la festa di “doppiozero”, rivista culturale sul web, che inanella arte e società per “mettere il contenuto non prima della forma, ma nella forma migliore possibile”.