Comincia con uno scoppio di rock Birth of prey della coreografa e danzatrice fiamminga Lisbeth Gruwez, guerriera della bellezza cara a Jan Fabre, riproposto a Prato dal festival Contemporanea. Ma subito i due musicisti tacciono, quando in mezzo a loro compare Gruwez. O meglio: a mostrarsi in un riquadro di luce è dapprima solo la […]
Continua a leggere...Robert Wilson o l’eclissi del tempo. A un certo momento di Einstein on the beach, questa suggestione prende figurativamente corpo, cioè diventa immagine. Un disco nero si sposta lentamente sul fondo fino a coprire la sagoma circolare di un grande quadrante privo di lancette che incombe sull’aula di un onirico tribunale. Mentre, dai lati, oscilla […]
Continua a leggere...Questo non è uno spettacolo su Berlino. Dicono così le parole proiettate in apertura sullo schermo di fondo, nelle quattro lingue della città divisa in settori negli anni postbellici. Come fossero anch’esse poste su un confine, per entrare in questo Berlin Elsewhere, in questo altrove a cui solo provvisoriamente possiamo dare il nome di Berlino. […]
Continua a leggere...Non dev’essere un caso se a New York, negli stessi giorni, capitava di sentire Shirin Neshat parlare della sua prima performance live come di un tentativo di mettere lo spettatore al centro di un’esperienza di pericolo; costeggiare una parata in memoria dell’11 settembre e seguire gli appuntamenti, non tematizzati ma uniti da un filo rosso […]
Continua a leggere...Lo ricordiamo bene quello scatenato e struggente Bernadetje, ambientato fra le macchine di un autoscontro, che ci innamorò di Alain Platel. Da allora, ed è passato più di un decennio, Platel si è affermato sulla scena internazionale fra i pochi artisti davvero cruciali per interpretare la contemporaneità (mettiamo Marthaler, Jan Fabre, Rodrigo Garcia, Alvis Hermanis […]
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