Il viaggio è finito, dice Constanza Macras. È ora di tornare a casa. In un posto sicuro, dove si possa lasciare fuori dai cancelli paure e violenze. Come questo Brickland, che forse esiste davvero nei dintorni di Buenos Aires e infatti le immagini filmate ci mostrano a tratti i suoi viali ordinati, le villette sobriamente […]
Continua a leggere...Che luogo è questo? Una intelaiatura di legno modella la struttura di quella che potrebbe essere una scenografia in costruzione o forse il suo backstage. Un grande schermo bianco campeggia al centro e da un lato si apre una zona separata, chiusa da una porta e approssimativamente arredata, sommersa dalla confusione, panni per terra, cavi […]
Continua a leggere...In diverse occasioni hai detto che per te la scena è come un luogo di cerimonie per i nostri fantasmi. La presenza di manichini, oggetti antropomorfi e bambole accanto a figure umane nei tuoi spettacoli è un modo di interrogare il rapporto tra corpo vivente e corpo artificiale (il simulacro)? Il mio lavoro nasce […]
Continua a leggere...Che si possa partire dall’immagine della Mir, la stazione spaziale sovietica che per più di dieci anni ha orbitato intorno alla terra, e farne una metafora dell’amore, è cosa che finisce per sembrare persino ovvia quando te la racconta Constanza Macras, con gli occhi che brillano mobili e la mimica molto latina. Si inizia con […]
Continua a leggere...Dal fumo che si spande sul palco, colorato di rosso e verde, si solleva prima un braccio, poi due gambe nude che si incrociano mostrando ai piedi un paio di domestiche babbucce. Distesa sulla schiena la ragazza si spoglia lentamente, nell’oscurità della scena, accompagnata dalla musica d’occasione suonata da una formazione da camera di orchestrali […]
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