Archivio: Gianni Manzella

  • Ricatto e spaesamento. Pippo Delbono a Monaco

    4 Febbraio 2012 - Gianni Manzella

    Provoca un sottile spaesamento lo spettacolo Erpressung che Pippo Delbono ha messo in scena a Monaco, in Baviera, con otto attori del Residenz Theater. Come al precipitare in un mondo parallelo. Tutto sembra al suo posto, al solito posto. Riconosciamo gli elementi costitutivi del teatro di Delbono, perfino certe sue metafore ossessive. La lotta degli […]

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  • Uno strappo sul volto del figlio di Dio

    24 Gennaio 2012 - Gianni Manzella

    Non sarebbe di per sé una notizia, lo spettacolo gira da un anno e mezzo per i teatri d’Europa, anche in Italia è stato rappresentato in più di una città. Ciò che d’improvviso ha fatto diventare un caso la rappresentazione milanese di Sul concetto di volto nel figlio di Dio (anche da parte di media […]

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  • Paura e bellezza, il picnic molesto di Rodrigo Garcia

    15 Dicembre 2011 - Gianni Manzella

    Provo vergogna a presentare un’opera d’arte protetta da misure di sicurezza, dice la scritta che appare sul fondale quando lo spettacolo sta per cominciare. La firma è del regista Rodrigo Garcia. Per arrivare all’interno della sala del Théâtre du Rond-Point, a Parigi, gli spettatori hanno dovuto superare una serie di controlli successivi. Documenti, perquisizioni, metal […]

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  • Lo sguardo nascosto dietro Il velo nero del pastore

    30 Novembre 2011 - Gianni Manzella

    Doveva esserci uno spettacolo compiuto al termine del percorso creativo che iniziava Sul concetto di volto nel figlio di Dio, di cui la breve emozionante performance segnava una sorta di prologo. Ma qualcosa ha evidentemente reso definitivo quel lavoro, come se quella laica via crucis avesse toccato un oltre, un punto di non ritorno anche […]

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  • Come spiegare il teatro a una lepre morta. Da Beuys agli estoni NO99

    30 Novembre 2011 - Gianni Manzella

    Nell’autunno 1965, alla galleria Schmela di Düsseldorf, l’artista tedesco Joseph Beuys si aggirava davanti ai dipinti esposti con una lepre morta in braccio, a cui sussurrava parole non udibili da chi più lontano assisteva all’azione. La performance è rimasta nella memoria anche per il suo enigmatico titolo, Come spiegare i quadri a una lepre morta. […]

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