Sono lì, in mutande e canottiere bianche. In quattro. Saltano, fanno esercizi di riscaldamento. Come prima di entrare in campo, per una gara. Quando infatti in sala si abbassano le luci, si danno con foga agonistica a una masturbazione collettiva. Prolungata fino allo sfinimento, fino alla reiterazione di orgasmi eccessivi. Hasta la victoria siempre. Fra […]
Continua a leggere...Alvis Hermanis o l’arte della memoria. Anche se, all’inizio, quel suo Revidents che ambientava la commedia di Gogol fra i fornelli di una sorta di trattoria familiare o di di mensa di paese, con cui si rivelò sulla scena internazionale il talento del giovane regista lettone, poteva essere letto in una chiave di grottesca critica […]
Continua a leggere...1. C’è un momento esemplare nella bella messa in scena della Trilogia della villeggiatura allestita da Toni Servillo. La giovane protagonista di quelle smanie, di tutta quella comica infelicità per un abito o per un amante, avanza sola fino al margine del proscenio ma lì, invece di dar voce a un suo atteso monologo, si […]
Continua a leggere...Si era parlato di Pinter e Beckett, all’inizio, per ricondurre la scrittura teatrale di Spiro Scimone entro confini riconoscibili ai più. In realtà era apparsa subito evidente l’autonomia del linguaggio del giovane autore messinese, cioè la capacità di darsi leggi drammaturgiche proprie, e non solo per l’uso della lingua della propria terra fin tanto che […]
Continua a leggere...Lo spettacolo si chiamava Café Muller. Anno 1980, forse prima. Sulla scena racchiusa da alte pareti grigie, invasa da un mare di sedie che qualcuno si affannava a tirar via per consentire i passi degli interpreti, un piccolo gruppo di danzatori inseguiva la musica di Henry Purcell. D’un tratto una coppia si correva incontro, si […]
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