Archivio: Gianni Manzella

  • I’m not the only one, ritratto dell’artista come sradicato.

    4 Aprile 2007 - Gianni Manzella

    Che luogo è questo? Una intelaiatura di legno modella la struttura di quella che potrebbe essere una scenografia in costruzione o forse il suo backstage. Un grande schermo bianco campeggia al centro e da un lato si apre una zona separata, chiusa da una porta e approssimativamente arredata, sommersa dalla confusione, panni per terra, cavi […]

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  • Alla ricerca del gesto perduto. Verso un teatro predrammatico

    2 Aprile 2007 - Gianni Manzella

    Potrebbe essere il tempo di una giornata, o di un periodo dell’anno, come un calendario, dice Romeo Castellucci a proposito di Hey Girl!. Potrebbe anche essere un periodo della vita, questo tempo teatrale che l’artefice della Societas Raffaello Sanzio inscena nella sua nuova creazione. Un tempo che parte visivamente da un risveglio assai prossimo a […]

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  • Marthaler touch. Sei note per un ritratto in corso d’opera

    1 Febbraio 2007 - Gianni Manzella

    Una grande sala dalle alte pareti tutte rivestite di un legno né chiaro né scuro, con un’ostinata aria di vecchio, l’aria delle cose fuori moda senza essere state ancora consumate dal tempo. Un bunker che è anche uno smisurato armadio guardaroba, pieno di cassetti e di ante e di scomparti che possono contenere di tutto, […]

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  • Dove va l’occhio di chi guarda. Una conversazione con Pippo Delbono

    10 Ottobre 2006 - Gianni Manzella

    Vorrei partire dal titolo che hai scelto per il nuovo lavoro, Questo buio feroce: da un lato è una formula evocativa che può essere riempita di significati diversi, di fronte allo spettacolo, ma d’altro canto è anche, per chi lo conosce, il titolo dell’ultimo libro scritto da Harold Brodkey, che del resto tu citi esplicitamente. […]

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  • L’immaginario fusion di Constanza Macras

    30 Giugno 2006 - Gianni Manzella

    Che si possa partire dall’immagine della Mir, la stazione spaziale sovietica che per più di dieci anni ha orbitato intorno alla terra, e farne una metafora dell’amore, è cosa che finisce per sembrare persino ovvia quando te la racconta Constanza Macras, con gli occhi che brillano mobili e la mimica molto latina. Si inizia con […]

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