Una rabbiosa denuncia della patologia del potere. Un anarchico e paradossale sberleffo nei confronti di ogni sua deformazione. Fu alla Biennale di Venezia, un paio d’anni fa, che Angélica Liddell fece irruzione rumorosa, se pur tardiva, anche sulle scene italiane. Lo spettacolo si chiamava El año de Ricardo, e il Riccardo del titolo era chiaramente […]
Continua a leggere...È stato qui a Venezia che una quindicina d’anni fa si era incontrato per la prima volta Thomas Ostermeier. Il regista bavarese, appena approdato poco più che trentenne alla direzione della prestigiosa Schaubühne berlinese, si era presentato alla Biennale con un programmatico Shopping & Fucking che indicava senza mezzi termini, anche attraverso la scelta in […]
Continua a leggere...Un palco nudo davanti alla facciata di pietra bianca e assai délabré di una vecchia villa, che le luci dipingono in una tonalità un po’ acida. Le nere ferite simmetriche delle finestre con le imposte chiuse, sormontate da un fregio modellato come sopracciglia inarcate. I balconcini di ferro battuto, ormai inservibili. Qui, nella periferia di […]
Continua a leggere...Un caposaldo delle avanguardie novecentesche, danzato dalla compagnia sul palcoscenico di un teatro di tradizione; una creazione che porta in scena all’interno di uno spazio non convenzionale quasi un centinaio di interpreti, una comunità consapevole della propria imperfezione ma non tanto da farsene condizionare. Fra questi due estremi, umani e linguistici, si inscrive l’ampio progetto […]
Continua a leggere...C’è, in Animali senza favola, l’ultimo lavoro di Simona Bertozzi, qualcosa di primordiale – la furia incontenibile della zoe si manifesta nella sua piena lucentezza – che si stempera in mobilità viscerale e provvisoria, in un’attesa carica di futuro. È una quiete che chiede alle danzatrici di restare in agguato: come un animale, percepire le […]
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