Non dev’essere un caso se a New York, negli stessi giorni, capitava di sentire Shirin Neshat parlare della sua prima performance live come di un tentativo di mettere lo spettatore al centro di un’esperienza di pericolo; costeggiare una parata in memoria dell’11 settembre e seguire gli appuntamenti, non tematizzati ma uniti da un filo rosso […]
Continua a leggere...È un agghiacciante slapstick la prima folgorante immagine offerta dal ritrovato festival della Biennale teatro. Sul riquadro di terra che occupa per intero la scena, dove è stata già scavata la fossa, poche figure vestite di scuro assistono all’atto finale di un funerale. Cade una pioggia sottile, che obbliga a stringersi sotto gli ombrelli. Ma […]
Continua a leggere...Alla base del faro non c’è luce. Uno spettacolo parlato. Un bisogno di parole, di prendere la parola percorre a folate Dopo la battaglia. Le parole per dire lo spirito dei tempi e un disagio personale che è dell’artista ma si trasmette allo spettatore. A lungo lo spettacolo sembra non voler cominciare. Bisbiglii, voci fuori […]
Continua a leggere...Forse non è proprio come quando i fuoriusciti dello Squat theatre fecero irruzione a ovest, in un mondo ancora diviso da un sipario di ferro, trascinando gli spettatori dentro la loro casa occupata dove Andy Warhol conviveva con Dostoevskij e veniva ucciso da Ulrike Meinhof. Però qualcosa ce li ricorda, quest’altra tribù di ungheresi che, […]
Continua a leggere...1. No, non è una “generazione”, se dietro questo termine si vuole intendere la rivendicazione di un distacco dalle esperienze precedenti o un insolente spirito di gruppo. Loro, i più giovani, a sentir parlare di generazione non ci stanno tanto. Tutt’al più si sentono complici, lo si vede da come partecipano l’uno al lavoro dell’altro. […]
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